venerdì 20 maggio 2011

Recensioni su "VOLEVO VEDERE L'AFRICA"

Massimo Novelli, REPUBBLICA: È storia vera che diventa romanzo questo corposo "Volevo vedere l' Africa" dell' albese Teresio Asola, dirigente aziendale, che dimostra di avere un talento non comune. Raccontando con passione e sapienza la vita avventurosa del padre, soldato del regio esercito prima prigioniero degli alleati in Africa e poi al loro seguito in Francia, restituisce speranze, illusioni e disincanti di una generazione, tra echi fenogliani di "Over The Rainbow" e fotogrammi bogartiani di "Casablanca".
Donato Bosca, LANGHE: "Dobbiamo subito confessare che la scrittura di Teresio Asola cattura il lettore. E’ scorrevole, divertente, e possiede i cambi di marcia che solo le persone vocate a raccontare si possono permettere. Teresio Asola ci è stato segnalato da Danilo Manera e non avevamo dubbi sulle potenzialità della sua esperienza narrativa. (…) Volevo vedere l’Africa è un libro con il cambio automatico di serie, che si legge senza bisogno di spingere o di trovare strade in discesa."
Claudio Ozella, IL NOSTRO TEMPO: "(...) Asola è riuscito a riunire in una sintesi accattivante e scorrevole gli elementi migliori della saga familiare e del romanzo di formazione, sorretti da una scrittura appassionante che conduce il lettore dalla Langa all’Africa, dalle coste inglesi ai bassifondi di Marsiglia, investendolo con una ventata di colori, profumi, suoni, sentimenti, emozioni che, proprio grazie alla loro eterogeneità, compongono una struggente poesia-racconto che colpisce il cuore e la mente del lettore."
Susanna Dolci, CONTROLUCE: "(…) È un volume elegante nella grafica ed estremamente agile nella lettura, nonostante la ben visibile corposità. Ricorda, altresì, l’accuratezza dei testi di una volta che venivano sfogliati con mano esile e delicata per non arrecar loro danno alcuno."
Franco Piccinelli (nota informale): "(…) piacevole narrazione, pregevole per la chiarezza, il senso del coinvolgimento tanto dell’io narrante quanto del lettore. Volevo vedere l’Africa ha un ottimo impianto procedurale, oltre tutto nella capacità di accostare la Storia alla Letteratura, scambievolmente come ci insegnavano nel vecchio, purtroppo ucciso liceo. Certo, per chi conosce il protagonista del romanzo e il suo autore, è facile rintracciare, reperire, quasi anagrammare, alcuni episodi minori in quanto paesani, li ricordo pur io (…)"

martedì 17 maggio 2011

Recensioni su "VOLEVO VEDERE L'AFRICA"

Massimo Novelli, REPUBBLICA: È storia vera che diventa romanzo questo corposo "Volevo vedere l' Africa" dell' albese Teresio Asola, dirigente aziendale, che dimostra di avere un talento non comune. Raccontando con passione e sapienza la vita avventurosa del padre, soldato del regio esercito prima prigioniero degli alleati in Africa e poi al loro seguito in Francia, restituisce speranze, illusioni e disincanti di una generazione, tra echi fenogliani di "Over The Rainbow" e fotogrammi bogartiani di "Casablanca".
Donato Bosca, LANGHE: "Dobbiamo subito confessare che la scrittura di Teresio Asola cattura il lettore. E’ scorrevole, divertente, e possiede i cambi di marcia che solo le persone vocate a raccontare si possono permettere. Teresio Asola ci è stato segnalato da Danilo Manera e non avevamo dubbi sulle potenzialità della sua esperienza narrativa. (…) Volevo vedere l’Africa è un libro con il cambio automatico di serie, che si legge senza bisogno di spingere o di trovare strade in discesa."
Claudio Ozella, IL NOSTRO TEMPO: "(...) Asola è riuscito a riunire in una sintesi accattivante e scorrevole gli elementi migliori della saga familiare e del romanzo di formazione, sorretti da una scrittura appassionante che conduce il lettore dalla Langa all’Africa, dalle coste inglesi ai bassifondi di Marsiglia, investendolo con una ventata di colori, profumi, suoni, sentimenti, emozioni che, proprio grazie alla loro eterogeneità, compongono una struggente poesia-racconto che colpisce il cuore e la mente del lettore."
Susanna Dolci, CONTROLUCE: "(…) È un volume elegante nella grafica ed estremamente agile nella lettura, nonostante la ben visibile corposità. Ricorda, altresì, l’accuratezza dei testi di una volta che venivano sfogliati con mano esile e delicata per non arrecar loro danno alcuno."
Franco Piccinelli (nota informale): "(…) piacevole narrazione, pregevole per la chiarezza, il senso del coinvolgimento tanto dell’io narrante quanto del lettore. Volevo vedere l’Africa ha un ottimo impianto procedurale, oltre tutto nella capacità di accostare la Storia alla Letteratura, scambievolmente come ci insegnavano nel vecchio, purtroppo ucciso liceo. Certo, per chi conosce il protagonista del romanzo e il suo autore, è facile rintracciare, reperire, quasi anagrammare, alcuni episodi minori in quanto paesani, li ricordo pur io (…)"

Un amico, dal Brasile

Un amico - da anni in Brasile ma con le radici salde nelle nostre colline - ha acquistato il mio libro online e mi ha scritto da lontano un bellissimo commento che non voglio vada perso, per il suo valore anche di testimonianza:
"(...) mi ha fatto riandare agli anni 1951.52.53 quando, nelle fredde serate, nella calda stalla noi bambini (ma anche gli adulti) ascoltavamo gli stessi racconti veri di guerra, vissuti dai miei zii, prozii e cugini grandi, che erano stati a combattere contro gli alleati, poi con gli alleati, alcuni tra i partigiani , altri nelle truppe alleate … stessi posti, Africa, Francia, Inghilterra, Germania , Centro, Sud e nord Italia.
La tragedia della guerra , raccontata da chi l’ha vissuta, tragicamente, e poi sono tornati (chi e’ tornato!!!!) dopo anni e anni, alle loro famiglie , alle loro colline, alle loro vigne, alle loro stalle, ai loro lavori. Ma la parte che piu’ mi ha commosso e’ stato il racconto della fanciullezza-giovinezza di Primo, tra le colline di Neive, fino alla citta’ di Alba… Mi sono immedesimato … noi bambini, ragazzi di Neive , negli anni 1950- 1960 eravano proprio cosi’ , allegri , spensierati , birichini , mascalzoni , piu’ o meno bravi studenti a scuola , tutto famiglia e amici del paese , della zona , senza ….INTERNET , SENZA TV (forse ogni tanto potevano ascoltare in qualche famiglia la radio …di legno, con le manopoline di plastica….)… ma era vita genuina , autentica, piena di alti valori ….
Non mi voglio dilungare. Solo qualche ricordo: Don Gallo, Don Tarditi, Don Moriondo, il maestro Sigliutti (non e’ forse CIGLIUTTI, che era proprio un maestro a Neive negli anni 1952-55 !!) (...)
Ancora Grazie di cuore , mi hai fatto ritornare indietro, commosso, con gioia, rimpianti, ricordi (…)
Un consiglio: questo libro dovrebbe essere letto da TUTTI gli studenti delle scuole medie e superiori almeno della Zona NEIVE - ALBA , per ricordare la STORIA di 50-60-70-80 anni fa …"
Segue la firma (la ometto perche non so se desidera apparire). Ancora grazie a te, amico langarolo che ci pensi dal Brasile