Massimo Novelli, REPUBBLICA: È storia vera che diventa romanzo questo corposo "Volevo vedere l' Africa" dell' albese Teresio Asola, dirigente aziendale, che dimostra di avere un talento non comune. Raccontando con passione e sapienza la vita avventurosa del padre, soldato del regio esercito prima prigioniero degli alleati in Africa e poi al loro seguito in Francia, restituisce speranze, illusioni e disincanti di una generazione, tra echi fenogliani di "Over The Rainbow" e fotogrammi bogartiani di "Casablanca".
Donato Bosca, LANGHE: "Dobbiamo subito confessare che la scrittura di Teresio Asola cattura il lettore. E’ scorrevole, divertente, e possiede i cambi di marcia che solo le persone vocate a raccontare si possono permettere. Teresio Asola ci è stato segnalato da Danilo Manera e non avevamo dubbi sulle potenzialità della sua esperienza narrativa. (…) Volevo vedere l’Africa è un libro con il cambio automatico di serie, che si legge senza bisogno di spingere o di trovare strade in discesa."
Claudio Ozella, IL NOSTRO TEMPO: "(...) Asola è riuscito a riunire in una sintesi accattivante e scorrevole gli elementi migliori della saga familiare e del romanzo di formazione, sorretti da una scrittura appassionante che conduce il lettore dalla Langa all’Africa, dalle coste inglesi ai bassifondi di Marsiglia, investendolo con una ventata di colori, profumi, suoni, sentimenti, emozioni che, proprio grazie alla loro eterogeneità, compongono una struggente poesia-racconto che colpisce il cuore e la mente del lettore."
Susanna Dolci, CONTROLUCE: "(…) È un volume elegante nella grafica ed estremamente agile nella lettura, nonostante la ben visibile corposità. Ricorda, altresì, l’accuratezza dei testi di una volta che venivano sfogliati con mano esile e delicata per non arrecar loro danno alcuno."
Franco Piccinelli (nota informale): "(…) piacevole narrazione, pregevole per la chiarezza, il senso del coinvolgimento tanto dell’io narrante quanto del lettore. Volevo vedere l’Africa ha un ottimo impianto procedurale, oltre tutto nella capacità di accostare la Storia alla Letteratura, scambievolmente come ci insegnavano nel vecchio, purtroppo ucciso liceo. Certo, per chi conosce il protagonista del romanzo e il suo autore, è facile rintracciare, reperire, quasi anagrammare, alcuni episodi minori in quanto paesani, li ricordo pur io (…)"
Donato Bosca, LANGHE: "Dobbiamo subito confessare che la scrittura di Teresio Asola cattura il lettore. E’ scorrevole, divertente, e possiede i cambi di marcia che solo le persone vocate a raccontare si possono permettere. Teresio Asola ci è stato segnalato da Danilo Manera e non avevamo dubbi sulle potenzialità della sua esperienza narrativa. (…) Volevo vedere l’Africa è un libro con il cambio automatico di serie, che si legge senza bisogno di spingere o di trovare strade in discesa."
Claudio Ozella, IL NOSTRO TEMPO: "(...) Asola è riuscito a riunire in una sintesi accattivante e scorrevole gli elementi migliori della saga familiare e del romanzo di formazione, sorretti da una scrittura appassionante che conduce il lettore dalla Langa all’Africa, dalle coste inglesi ai bassifondi di Marsiglia, investendolo con una ventata di colori, profumi, suoni, sentimenti, emozioni che, proprio grazie alla loro eterogeneità, compongono una struggente poesia-racconto che colpisce il cuore e la mente del lettore."
Susanna Dolci, CONTROLUCE: "(…) È un volume elegante nella grafica ed estremamente agile nella lettura, nonostante la ben visibile corposità. Ricorda, altresì, l’accuratezza dei testi di una volta che venivano sfogliati con mano esile e delicata per non arrecar loro danno alcuno."
Franco Piccinelli (nota informale): "(…) piacevole narrazione, pregevole per la chiarezza, il senso del coinvolgimento tanto dell’io narrante quanto del lettore. Volevo vedere l’Africa ha un ottimo impianto procedurale, oltre tutto nella capacità di accostare la Storia alla Letteratura, scambievolmente come ci insegnavano nel vecchio, purtroppo ucciso liceo. Certo, per chi conosce il protagonista del romanzo e il suo autore, è facile rintracciare, reperire, quasi anagrammare, alcuni episodi minori in quanto paesani, li ricordo pur io (…)"